Storia del Wing Tsun

La storia del WingTsun

WingTsun, “Radiosa Primavera” – la storia di un’arte marziale affascinante

Poche arti marziali possiedono origini e vicende tanto affascinanti quanto il WingTsun Kung Fu.

E non sorprende, poiché questa disciplina è una delle rarissime a cui si attribuisce un’origine femminile.

Ricerche approfondite, in particolare quelle condotte dal Gran Gran Maestro Leung Ting, hanno però dimostrato che le storie sulla fondatrice dello stile, Ng Mui, e sulla sua allieva Yim Wing Tsun non corrispondono a fatti storici documentati.

Personaggi realmente esistiti ed eventi verificabili si intrecciano con racconti tradizionali, agitazione politica e simbolismo asiatico.

Tutto ciò, tuttavia, non diminuisce in alcun modo il fascino unico di questa leggenda: il potere dei miti non dipende mai dalla loro autenticità storica.

Il Monastero Shaolin

Oltre duecentocinquanta anni fa, durante il regno di Yongzheng (1723–1736) della dinastia Qing, si racconta che il monastero di Siu Lam fu incendiato mentre era sotto assedio da parte dei soldati del governo mancese.

L’episodio ha dato origine a due diverse tradizioni, tramandate da differenti gruppi in Cina:

Una versione, diffusa tra le società segrete (come le Triadi), racconta che l’assedio del monastero di Siu Lam fu guidato da alti ufficiali mancesi, tra cui Chan Man Yiu, Wong Chun May e Cheung King Chow, con l’aiuto di traditori provenienti dallo stesso monastero. Uno di loro, Ma Ning Yee, avrebbe appiccato l’incendio dall’interno per vendicarsi dopo essere stato espulso. Secondo questa versione, soltanto cinque monaci riuscirono a fuggire: si rifugiarono in clandestinità e fondarono società segrete con lo scopo di rovesciare la dinastia Qing.

L’altra versione, tramandata negli ambienti delle arti marziali del Sud della Cina, differisce nei dettagli, pur mantenendo il riferimento all’incendio. Racconta che i sopravvissuti furono più di cinque, e che i loro nomi erano diversi da quelli menzionati dalle società segrete.

Si dice che durante l’incendio, provocato dal tradimento, la maggior parte dei monaci e dei discepoli del monastero – molti dei quali esperti di arti marziali – furono uccisi o bruciati vivi. Tuttavia, diversi combattenti riuscirono a salvarsi.

Tra questi i cosiddetti Cinque Antenati, maestri dei cinque principali sistemi di Siu Lam: la monaca buddhista Ng Mui, il maestro Chi Shin, Pak Mei, Fung To Tak e Miu Hin, insieme ai loro discepoli più noti, tra cui Hung Hay Kwun, Fong Sai Yuk e Luk Ah Choy, che si dispersero e si nascosero.

Uno dei Cinque Antenati, l’abate Chi Shin, che prima dell’incendio aveva accolto il maggior numero di discepoli, guidò i suoi allievi nella lotta contro i Mancesi. Per questo motivo fu ricercato dal governo, insieme ai suoi studenti prediletti Hung Hay Kwun, Tung Chin Kun e Tse Ah Fook. Per sfuggire alla cattura, ordinò ai suoi discepoli di disperdersi e si travestì da cuoco di una “Giunca Rossa”.

Altri, come Miu Hin e sua figlia Miu Tsui Fa, si rifugiarono per un periodo tra le tribù Miao e Yao, nelle province di Sichuan e Yunnan. In seguito viaggiarono a lungo, alimentando ulteriormente la leggenda con avventure straordinarie, tra cui le più famose:

la sfida di Fong Sai Yuk contro il campione di un torneo e Ng Mui che uccide Lee Pa Shan sui pali del prugno in fiore (Plum-blossom-Piles).

Ng Mui crea un nuovo sistema di combattimento

La Maestra buddhista Ng Mui era l’unica donna nel monastero di Siu Lam e la più anziana tra i Cinque Antenati. Più tollerante nei confronti del governo mancese rispetto ai suoi “fratelli di kung-fu” e ai loro focosi discepoli, non esitava comunque a ricorrere alla forza quando fosse necessario per ristabilire la giustizia.

Dopo la distruzione del monastero di Siu Lam, Ng Mui decise di viaggiare per il Paese, determinata a non farsi più coinvolgere nelle faccende mondane.

Inizialmente si stabilì nel Tempio della Gru Bianca, sul monte Tai Leung (anche chiamato Chai Ha), una montagna poco abitata al confine tra le province di Sichuan e Yunnan.

Qui, lontana da disturbi, si dedicò allo studio del buddhismo zen – la scuola fondata da Bodhidharma durante le dinastie del Nord e del Sud – e alle arti marziali, la sua più grande passione.

Come i suoi fratelli di kung-fu, dispersi dopo l’incendio, non dimenticò mai l’amara esperienza vissuta a Siu Lam e il tradimento di coloro che si erano schierati con i Mancesi.

Inoltre, aveva una grande preoccupazione: come difendersi da futuri attacchi dei traditori e del governo?

Sapeva bene che questi disertori, negli anni, avevano padroneggiato gran parte delle tecniche del Siu Lam Kung Fu. In quel momento lei era superiore a loro solo per abilità tecnica, ma non per conoscenza teorica.

Temeva che, col tempo, le sue forze non sarebbero più state sufficienti a contrastare avversari più giovani e potenti.

L’unica soluzione era creare un nuovo sistema di combattimento, capace di superare le tecniche di Siu Lam esistenti.

Ma quale? E in che modo? Queste erano le domande che la tormentavano.

La risposta arrivò un giorno, quando assistette a uno scontro tra una volpe e una gru selvatica:

  • La volpe correva in cerchio, cercando il momento giusto per sferrare un attacco mortale.
  • La gru restava al centro, voltandosi continuamente per fronteggiare l’avversaria.
  • Ogni volta che la volpe provava ad affondare con la zampa, la gru parava con un’ala e, simultaneamente, contrattaccava con il becco.
  • La volpe sfruttava la sua velocità per tentare colpi improvvisi, ma la gru riusciva a difendersi e ribattere.

Il duello si protrasse a lungo sotto gli occhi attenti di Ng Mui.

Chi vinse non è il punto cruciale. Ciò che contava era l’intuizione che ne trasse: l’ispirazione per dare vita a un nuovo sistema di combattimento.

La monaca Shaolin e la sua allieva

La giovane Yim Wing Tsun, originaria della provincia di Guangdong, dopo la morte della madre visse con suo padre Yim Yee, discepolo del monastero di Siu Lam.

Fin da bambina era stata promessa in sposa a Leung Bok Chau, mercante di sale della provincia di Fukien.

Yim Yee, che aveva appreso alcune tecniche del sistema Siu Lam, era solito difendere la giustizia quando se ne presentava l’occasione. Per questo motivo finì coinvolto in una causa giudiziaria e, per evitare l’arresto, fuggì portando con sé la figlia Wing Tsun.

Si stabilirono al confine tra le province di Sichuan e Yunnan, ai piedi del monte Tai Leung, guadagnandosi da vivere con una piccola bancarella di tofu.

Col passare del tempo, Wing Tsun divenne una ragazza vivace, intelligente e molto attraente. La sua bellezza le procurò però presto dei problemi.

Un prepotente locale, noto con il cognome Wong e temuto per la sua cattiva condotta e le sue abilità marziali, si invaghì di lei.

Approfittando della debole autorità giudiziaria della zona, inviò un intermediario per chiederle la mano, minacciando che, in caso di rifiuto, l’avrebbe costretta a sposarlo.

Wing Tsun e suo padre, ormai anziano e malato, erano disperati e non sapevano come liberarsi da quella minaccia.

In quel periodo la Maestra buddhista Ng Mui, che risiedeva al Tempio della Gru Bianca sul monte Tai Leung, scendeva spesso al mercato del villaggio per procurarsi generi di prima necessità.

Ogni volta si fermava alla bancarella di Yim Yee per acquistare tofu, finendo così per conoscerlo.

Un giorno notò un’aria di preoccupazione sul volto di padre e figlia. Dopo aver insistito, si fece raccontare i loro problemi.

Le loro parole risvegliarono in lei il senso di giustizia.

Decise di aiutare Wing Tsun, non affrontando direttamente il prepotente – gesto che avrebbe rivelato la sua identità e sarebbe stato ingiusto per una Maestra famosa combattere un comune delinquente – ma insegnando alla ragazza un’arte di combattimento che potesse difenderla da sola.

Per Wing Tsun, figlia di un pugile dilettante, le arti marziali non erano del tutto sconosciute, ma fino a quel momento non ne aveva mai sentito il bisogno.

Sotto la guida esperta di Ng Mui e con grande impegno, in soli tre anni sviluppò notevoli abilità.

Un giorno, Ng Mui le disse che ormai aveva raggiunto la padronanza del nuovo sistema e che poteva tornare dal padre, pronta ad affrontare il suo persecutore.

Non appena rientrata al villaggio, il prepotente la importunò nuovamente.

Questa volta, però, Wing Tsun lo sfidò a un combattimento.

Sicuro della propria forza fisica, l’uomo accettò con entusiasmo, convinto che l’avrebbe sconfitta e costretta al matrimonio.

Ma la realtà fu ben diversa: Wing Tsun lo mise a terra con facilità e da quel giorno non osò mai più molestarla.

Dopo quella vittoria, Wing Tsun continuò a praticare l’arte appresa.

Nel frattempo, Ng Mui, trovando la vita sul monte Tai Leung troppo monotona, decise di riprendere a viaggiare, ricordando però alla sua allieva di rispettare sempre i comandamenti del sistema di Siu Lam e di trasmettere l’arte solo a persone meritevoli.

Da Yim Wing Tsun a Wong Wah Bo

Wing Tsun alla fine sposò il suo promesso sposo, Leung Bok Chau, e riuscì a trasmettergli l’arte del nuovo sistema che aveva appreso da Ng Mui.

Si racconta che Leung Bok Chau fosse già un pugile prima del matrimonio, e che amasse praticare le arti di combattimento nel tempo libero.

Dopo le nozze, Wing Tsun discuteva spesso con lui delle teorie delle arti marziali.

All’inizio il marito prestava poca attenzione, convinto che, essendo un uomo e già pratico di combattimento, non avesse nulla da imparare da una donna.

Ma Wing Tsun colse varie occasioni per allenarsi con lui e lo sconfisse ripetutamente.

Fu allora che Leung Bok Chau comprese che sua moglie non era affatto una donna fragile, ma una maestra esperta nell’arte del combattimento.

Da quel momento iniziò ad ammirare le sue tecniche e si esercitava spesso insieme a lei.

Fu proprio lui a chiamare quel nuovo sistema “Wing Tsun Kuen”, in onore della moglie.

In seguito, Leung Bok Chau trasmise le tecniche del Wing Tsun Kuen a Leung Lan Kwai, un medico esperto di osteologia e rimedi erboristici.

Leung Lan Kwai non parlava mai con nessuno delle sue abilità marziali, tanto che persino i suoi familiari e conoscenti ignoravano la sua conoscenza del Wing Tsun.

Il segreto fu rivelato solo quando, un giorno, intervenne per difendere un pugile aggredito da più avversari.

Nonostante ciò, rimase sempre riservato, fedele al comandamento dei predecessori: “non rendere pubbliche le abilità del Wing Tsun Kuen”.

Wong Wah Bo e Leung Yee Tei

La storia del Wing Tsun Kuen avrebbe potuto interrompersi lì, se non fosse stato per il caso fortuito che portò Leung Lan Kwai a trasmettere la sua arte a Wong Wah Bo, attore che interpretava ruoli da eroe in una compagnia d’opera.

All’epoca, gli attori di queste troupe erano chiamati “seguaci della Giunca Rossa”.

Wong Wah Bo incontrò Leung Lan Kwai, che rimase colpito dal suo carattere retto e dal senso di giustizia. Decise così di accettarlo come discepolo, pur non avendo inizialmente intenzione di insegnare.

Molti dei seguaci della Giunca Rossa conoscevano già l’arte del combattimento. Nelle loro esibizioni indossavano pesanti trucchi teatrali che li rendevano irriconoscibili: un espediente che permise a diversi ex discepoli di Siu Lam di nascondersi e confondersi con loro, proteggendo così la propria identità dal governo mancese.

Un esempio fu proprio il Maestro Chi Shin, uno dei Cinque Antenati del monastero di Siu Lam, che fuggì travestendosi da cuoco sulla Giunca Rossa.

La sua vera identità fu scoperta da alcuni membri della compagnia, uomini giusti che decisero di proteggerlo invece di denunciarlo alle autorità.

Divenne così il loro eroe e iniziò a insegnare loro le arti marziali di Siu Lam, preparando i discepoli a combattere i Mancesi quando se ne fosse presentata l’occasione.

Tra i suoi allievi vi era Leung Yee Tei, un marinaio della Giunca Rossa che manovrava la barca con un lungo palo.

Leung Yee Tei rimase affascinato da una delle specialità di Chi Shin: le tecniche della lunga pertica a sei colpi e mezzo.

Avendolo giudicato meritevole, Chi Shin decise di istruirlo in questa disciplina.

Sulla stessa imbarcazione si trovava anche Wong Wah Bo.

I due finirono per scambiarsi le conoscenze:

  • Wong trasmise a Leung Yee Tei le tecniche del Wing Tsun Kuen.
  • Leung Yee Tei condivise con Wong le sue abilità con la lunga pertica.

Da questo scambio reciproco nacque un arricchimento del sistema Wing Tsun, che da quel momento includeva non solo le tecniche a mani nude e i coltelli a otto tagli (Bart Cham Dao), ma anche le tecniche della lunga pertica.

Inoltre, unendo i principi del Wing Tsun agli esercizi con il palo, svilupparono un nuovo metodo di allenamento chiamato Chi-Kwun (“Esercizi di adesione al palo”).

Per renderne l’uso ancora più pratico, modificarono la larghezza della presa delle mani e adattarono i passi della posizione con la pertica a quelli delle posizioni di combattimento a mani nude.

Leung Jan, il “Re del Wing Tsun”

In età avanzata, Leung Yee Tei trasmise l’arte del Wing Tsun Kuen – tecniche di pugilato, uso della lunga pertica e altro ancora – a Leung Jan, un celebre medico di Fatshan, una delle quattro città più importanti della provincia di Kwangtung, nel Sud della Cina.

Fatshan, situata all’incrocio di numerose rotte commerciali nei pressi del Fiume delle Perle, era un centro vivace e popolato: vi si incontravano funzionari governativi, mercanti facoltosi, artigiani e gente comune.

Leung Jan, proprietario della farmacia Jan Sang in “Chopstick Street”, proveniva da una buona famiglia ed era conosciuto come uomo colto, gentile e cortese.

Oltre a gestire la sua farmacia, offriva anche servizi medici alla popolazione locale, ed era molto stimato per le sue competenze professionali.

Nel tempo libero amava la letteratura e, sorprendentemente, anche le arti marziali.

Tuttavia, era molto selettivo nella scelta del maestro e del sistema da seguire:

  • non apprezzava le scuole che facevano leva su posizioni ampie e movimenti appariscenti che puntavano solo sulla forza fisica e sulla brutalità,
  • non era attratto da stili belli da vedere ma privi di reale efficacia.

Ciò che cercava era un sistema pratico, essenziale e intelligente, che dietro un’apparente semplicità nascondesse una profonda efficacia.

Dopo anni di attesa, il destino lo portò a incontrare Leung Yee Tei, dal quale apprese il sistema del Wing Tsun.

Ben presto le sue abilità divennero leggendarie e gli valsero l’appellativo di “Re del Wing Tsun”. La sua fama attirò numerosi sfidanti, desiderosi di misurarsi con lui per ottenere prestigio. Ma tutti furono sconfitti rapidamente. Ogni volta che veniva pronunciato il nome di Leung Jan, lo si ricordava con il suo titolo di “Re del Wing Tsun”, e gli episodi delle sue vittorie continuano ancora oggi a essere raccontati con entusiasmo dalle generazioni più anziane.

“Wah il braccio di legno”, Leung Tsun e “Wah il cambiavalute”

Leung Jan non considerava l’insegnamento del Wing Tsun Kung Fu come una professione.
La sua grande passione per l’arte del combattimento, però, lo spinse ad accogliere alcuni discepoli, tra cui i suoi due figli, Leung Tsun e Leung Bik.

Ogni giorno, al termine del lavoro in farmacia, insegnava loro il Wing Tsun.

Tra i suoi allievi vi era un uomo soprannominato “Wah il braccio di legno”, così chiamato perché possedeva braccia forti e dure come il legno, al punto da rompere spesso le robuste braccia del manichino durante gli allenamenti.

Ogni sera, dopo la chiusura della farmacia Jan Sang, si esercitava con i compagni sotto la guida del maestro Leung Jan. Accanto alla farmacia vi era la bancarella di un cambiavalute, di proprietà di Chan Wah Shun, che la gente chiamava comunemente “Wah il cambiavalute”.

Da tempo coltivava il desiderio di imparare il kung fu sotto la guida di un grande maestro.
Ammirando profondamente le doti e il comportamento di Leung Jan, nutriva da tempo il sogno di diventare suo allievo. Tuttavia, a causa della differenza sociale – Leung Jan era un rispettato gentiluomo di buona famiglia e un ricco farmacista – Wah il cambiavalute si sentiva a disagio nel rivolgergli una simile richiesta. Non sapeva, inoltre, se sarebbe mai stato accettato. Nonostante ciò, la sua determinazione e il suo rispetto verso Leung Jan gli davano speranza.

Così, ogni sera, quando la città si quietava, si avvicinava in punta di piedi alla porta della farmacia di Leung Jan e spiava dalle fessure per osservare le lezioni. Ogni gesto del maestro – mani, piedi, movimenti – veniva studiato con attenzione e impresso nella sua memoria. Giorno dopo giorno, il desiderio di imparare cresceva in lui sempre di più.

L’occasione e la sfida con Leung Tsun

Un giorno trovò il coraggio di esporsi e chiese a Leung Jan di accettarlo come discepolo.
Come temeva, la risposta fu negativa, seppur con parole gentili. Rimase deluso, ma non perse la speranza, deciso a trovare un’altra strada.

Un’occasione arrivò quando Wah il braccio di legno, approfittando dell’assenza di Leung Jan, condusse in farmacia un uomo robusto, mentre vi era solo il figlio maggiore, Leung Tsun. Lo sconosciuto altri non era che Wah il cambiavalute, che da tempo si allenava da solo copiando di nascosto le tecniche osservate.

Leung Tsun, convinto della propria superiorità, lo sfidò in un combattimento per mettere alla prova ciò che aveva appreso. Ma non aveva mai praticato con la stessa costanza del suo rivale. Al primo contatto delle braccia, Wah il cambiavalute percepì subito la debolezza dell’avversario. Per errore sferrò un colpo di palma così potente che Leung Tsun cadde rovinosamente sulla preziosa poltrona del padre, rompendone una gamba. Spaventati, i presenti cercarono subito di nascondere il danno, temendo la reazione di Leung Jan.

L’adozione di Wah il cambiavalute

Quella sera, al ritorno, Leung Jan si accomodò come sempre sulla sua amata poltrona, che improvvisamente crollò facendolo quasi cadere a terra. Dopo aver chiesto spiegazioni, il figlio maggiore gli raccontò l’intera vicenda.

Ascoltata la storia, Leung Jan convocò Wah il braccio di legno e lo interrogò in particolare su come il suo amico avesse appreso il kung fu. Venuto a sapere che il “cambiavalute” spiava ogni sera attraverso le fessure della porta per carpire le lezioni, Leung Jan ordinò subito che fosse condotto da lui.

Wah il braccio di legno, fraintendendo le intenzioni del maestro e temendo una punizione per avergli insegnato senza permesso, disse all’amico di fuggire in città piuttosto che presentarsi. Quando tornò a mani vuote e spiegò il motivo, Leung Jan chiarì il malinteso:
non voleva punire nessuno, ma solo valutare il talento e la preparazione del giovane. Colmo di gioia, Wah il braccio di legno corse a recuperare l’amico. 

Dopo averlo osservato attentamente, Leung Jan riconobbe subito il suo valore e lo adottò come discepolo ufficiale.

Chan Wah Shun, il primo maestro di Yip Man

Sebbene Wah il cambiavalute non fosse istruito, progredì rapidamente nell’apprendimento del Wing Tsun Kung Fu dal suo maestro Leung Jan, grazie alla sua perseveranza e determinazione. Era un uomo del mercato, costantemente a contatto con la gente del popolo, spesso incline alle risse, e questo gli offrì molte opportunità per affinare le proprie abilità nel combattimento. Ben presto la sua fama si diffuse, arrivando fino alle orecchie dei funzionari del governo Manciù.

Il contesto storico

In quell’epoca i Manciù governavano la Cina da oltre due secoli e stavano gradualmente venendo assimilati nella cultura cinese.

Le barriere tra la popolazione Han e quella Manciù andavano diminuendo, come dimostrava il numero crescente di cinesi Han che assumevano incarichi ufficiali nel governo Qing. Allo stesso tempo, però, l’amministrazione Manciù, dopo aver goduto per secoli dei privilegi e della vita agiata cinese, stava diventando sempre più corrotta e debole. L’aumento delle invasioni straniere, le concessioni territoriali e le indennità di guerra pagate in argento alle potenze estere minavano sempre più il Paese.

Per rafforzare la nazione si cercò di potenziare i cosiddetti “Soldati delle Otto Bandiere”, il corpo militare d’élite dei Manciù.

La proposta rifiutata

Fu per questo motivo che Wah il cambiavalute venne invitato ad assumere l’incarico di Istruttore Capo dei Soldati delle Otto Bandiere, una posizione di grande prestigio. Tuttavia, fedele alla visione del suo maestro Leung Jan, Wah non considerò quell’offerta un onore. Per lui l’insegnamento del kung fu restava un’attività amatoriale, non una professione.

Lo stile di insegnamento

Non ebbe mai una sede stabile per il suo insegnamento: preferiva affittare spazi di volta in volta. Nei suoi trentasei anni di carriera adottò in totale sedici studenti. Tra questi vi era anche suo figlio, Chan Yu Min, un giovane ribelle e viziato che spesso si lasciava andare a risse con coetanei del quartiere, suscitando la delusione del padre.

Proprio per questo motivo, Wah esitò a trasmettergli le tecniche più avanzate del Wing Tsun, preferendo insegnarle a sua nuora. Così accadde che la moglie di Chan Yu Min fosse molto più abile di lui, tanto da diventare la sua insegnante.

Nonostante ciò, Chan Yu Min eccelleva in una disciplina specifica:
le Tecniche del Lungo Bastone a Sei e Mezzo Colpi. La sua abilità in quest’arte gli valse il titolo di “Re del Bastone delle Sette Province”, conferitogli in occasione di tornei marziali regionali, dove ricevette anche un bastone commemorativo inciso con tale titolo, che successivamente espose all’ingresso della propria scuola per attrarre nuovi studenti.

Ng Chung So e l’ultimo discepolo

Tra gli allievi di Wah il cambiavalute, il più significativo fu Ng Chung So, suo secondo discepolo, che apprese da lui tutte le tecniche e divenne il suo principale assistente fino alla sua morte. Negli ultimi anni della sua vita, ormai settantenne, Wah affittò il tempio ancestrale del clan Yip da un ricco mercante per usarlo come sede di insegnamento del Wing Tsun.

Fu lì che adottò il suo sedicesimo e ultimo discepolo, un ragazzino di soli tredici anni destinato a cambiare la storia delle arti marziali: quel giovane sarebbe diventato l’erede del sistema Wing Tsun e lo avrebbe diffuso da un piccolo villaggio fino a tutto il mondo.

Wah stesso non poteva immaginarlo, ma prima di morire raccomandò al fedele Ng Chung So di prendersi cura di quel giovane fratello minore di kung fu.

Il declino e la rinascita

Dopo la morte di Wah il cambiavalute, il Wing Tsun conobbe un periodo di declino. L’instabilità della Cina e le difficoltà personali dei suoi studenti fecero sì che nessuno di loro si impegnasse a tramandare con decisione il sistema alle generazioni successive. La responsabilità ricadde allora sulle spalle dell’ultimo discepolo adottato, di cognome Yip. Solo quando ebbe raggiunto i cinquantasei anni, il Wing Tsun visse una rinascita. Fu lui a riportarlo alla gloria, avviandone l’età d’oro. 

Quel giovane divenne il Gran Maestro indiscusso del Wing Tsun, il più celebre di tutti i suoi predecessori. La sua fama fu frutto di un impegno instancabile e del sostegno dei suoi discepoli. Il suo nome, oggi conosciuto in tutto il mondo, era:
Yip Man – Il Gran Maestro del Wing Tsun.

L’ultimo Gran Maestro di tutti gli stili di WingTsun

Nel Wing Tsun, il defunto Yip Man fu un Grande Maestro riconosciuto nel mondo del kung fu della sua epoca. Dotato di un temperamento particolare e di un forte senso di rispetto per sé stesso, il Gran Maestro Yip prestò scarsa attenzione alle vanità della vita — fama e ricchezza — e non ebbe mai l’atteggiamento rude o arrogante di alcuni praticanti di arti marziali. Incontrandolo, non si percepiva alcuna ostentazione. Aveva il dono di mettere chiunque a proprio agio. La sua sincerità, il suo calore e la sua ospitalità erano evidenti in molti modi. Un vero gentiluomo e studioso, incarnava serenità e raffinatezza. I suoi discorsi, pronunciati nel dialetto di Fatshan, rivelavano un carattere spensierato e allo stesso tempo amichevole.

Un gentiluomo appassionato di kung fu

Nato in una famiglia rispettabile, proprietaria di una grande fattoria e di numerose case lungo un’intera strada, avrebbe potuto condurre una vita agiata e protetta, senza mai “sporcarsi le mani”. Eppure, con sorpresa di tutti, mostrò un particolare interesse per l’arte del combattimento.

A tredici anni iniziò a praticare kung fu sotto la guida di Chan Wah Shun, soprannominato “Wah il cambiavalute”, uno dei discepoli prediletti del Gran Maestro Leung Jan di Fatshan (Provincia di Kwangtung). Poiché Wah non possedeva una palestra stabile, era costretto ad affittare locali per insegnare. Il padre di Yip Man, generosamente, gli concesse l’uso del Tempio Ancestrale del clan Yip.

Tuttavia, l’alto costo delle rette (fino a tre tael d’argento al mese) limitava il numero di studenti. Yip Man, figlio del proprietario del tempio, ebbe così modo di frequentare Wah, rimanendo affascinato dalle sue tecniche. Un giorno, portando con sé tre tael d’argento, chiese a Wah di accettarlo come allievo.

Il maestro, insospettito, volle sapere da dove provenissero i soldi: scoprì che Yip Man li aveva ricavati rompendo il proprio salvadanaio. Colpito dalla determinazione del giovane, lo accettò come discepolo, anche se inizialmente lo considerava troppo delicato per il combattimento. Con impegno, intelligenza e l’aiuto dei compagni, Yip Man dissipò presto i pregiudizi del maestro, che infine si dedicò seriamente al suo insegnamento.

Wah, nei suoi trentasei anni di insegnamento, ebbe sedici allievi: l’ultimo e il più giovane fu proprio Yip Man, che rimase con lui fino alla sua morte, quando Yip aveva sedici anni.

Poco dopo, Yip si trasferì a Hong Kong per studiare al St. Stephen’s College.

Benedizione o maledizione?

Durante gli anni di scuola a Hong Kong, Yip Man visse un episodio che avrebbe cambiato la sua vita: la sua prima sconfitta. Abituato a prevalere nei duelli con compagni europei, nonostante la sua minuta corporatura, Yip sviluppò un certo orgoglio.

Finché un giorno, presentato a un uomo sulla cinquantina di nome Leung Bik, accettò una sfida con lui. Convinto di vincere, Yip venne invece ripetutamente atterrato, senza che l’altro si difendesse con colpi offensivi.

Solo in seguito scoprì che Leung Bik era il figlio del grande Leung Jan, quindi zio marziale (si-sok) secondo la tradizione. Resosi conto della sua ignoranza e del potenziale di apprendimento, Yip colse l’occasione per diventare suo allievo.

Da Leung Bik apprese i segreti più avanzati del Wing Tsun Kuen, completando così la sua formazione.

Ritorno a Fatshan

A 24 anni Yip Man tornò a Fatshan, dove, grazie alla ricchezza familiare, condusse una vita agiata. Praticò costantemente con il fratello marziale Ng Chung So e con il suo allievo Yuen Kay Shan (“Yuen il quinto”).

Ben presto la sua abilità superò quella dei fratelli marziali più anziani, generando accuse di “tradimento del sistema”.

Ng Chung So chiarì però che la differenza derivava dalla formazione teorica ricevuta da Leung Bik, erudito oltre che maestro, a differenza di Chan Wah Shun. Da allora la reputazione di Yip Man crebbe rapidamente. 

Episodi memorabili

  • Dita che staccarono la camera di una pistola
    Durante una rissa con un soldato a Fatshan, Yip gli strappò la pistola di mano, spezzandone la camera con le dita.
  • Sconfisse il pugile Kam Shan Mao in meno di un minuto
    Lo mise al tappeto davanti a una folla inferocita.
  • Un pugno al comico di una compagnia d’opera
    Atterrò con un solo colpo un attore che si vantava delle sue abilità.
  • Un favore a Charlie Wan
    Combatté bendato contro l’amico pugile Choy Lee Fut, in un incontro che terminò in parità per raccogliere fondi.
  • Un calcio che spezzò quattro tronchi di abete
    Durante un’operazione di polizia, sfondò con un calcio un portone rinforzato.
  • Una posizione che gli salvò la vita
    Durante un inseguimento sui tetti, mantenne l’equilibrio nonostante una porta gli fosse stata sbattuta addosso.

Nessuna intenzione di insegnare

Per lungo tempo Yip Man non volle mai insegnare.
Considerava il Wing Tsun un’arte letale da custodire, non da divulgare.

Durante l’occupazione giapponese rifiutò l’offerta degli invasori di diventare loro istruttore.
Dopo la guerra si trasferì a Hong Kong, dove visse in povertà.

L’inizio dell’insegnamento

Nel 1949, grazie all’amico Lee Man, accettò di insegnare presso l’Associazione dei Ristoratori di Hong Kong.
All’inizio pochi prestavano attenzione al Wing Tsun, che appariva semplice e poco spettacolare rispetto ad altri stili.

Due anni dopo aprì la propria palestra a Yaumatei, Kowloon, e da lì iniziò il grande sviluppo del Wing Tsun.
Poliziotti e studenti affollarono sempre più le sue lezioni.

Ritiro e ultimi anni

Nel 1967 fondò, con i suoi allievi, la Hong Kong Ving Tsun Athletic Association.
Dopo aver consolidato la scuola, nel 1970 si ritirò, lasciando la guida al suo discepolo prediletto Leung Ting.

Negli ultimi anni amava trascorrere il tempo nelle case da tè, scherzando con gli allievi senza mai atteggiarsi a maestro.

Nel 1972, malato di cancro alla gola, continuò a vivere con dignità fino al 2 dicembre, giorno della sua morte.
Lasciò dietro di sé uno stile straordinario e una leggenda intramontabile.

Yip Man e Bruce Lee

Tra i suoi allievi più noti vi fu Bruce Lee, che studiò Wing Tsun a Hong Kong prima di trasferirsi negli Stati Uniti.

Yip Man rimase deluso quando Bruce insegnò arti marziali a stranieri, violando la tradizione, e rifiutò la sua offerta di denaro in cambio di insegnamenti privati.

Bruce, amareggiato, creò il proprio stile, il Jeet Kune Do, basato in gran parte sul Wing Tsun combinato con Karate, Taekwondo, Boxe, Judo e altre influenze.

Intervista con Yip Man

Un’intervista pubblicata sulla rivista New Martial Hero rimane una delle poche testimonianze dirette del Gran Maestro.

In essa Yip conferma di aver iniziato con Chan Wah Shun a undici anni, di aver pagato rette molto elevate (20 tael d’argento solo per l’ammissione), e racconta il suo incontro decisivo con Leung Bik.

Ribadì inoltre con chiarezza: “Il Wing Tsun non è lo stesso del Weng Chun.”

Leung Ting e la diffusione del Wing Tsun

Le origini e la formazione

Leung Ting mostrò sin da piccolo un carattere vivace e una certa passione per il combattimento. Cresciuto in un contesto familiare non sempre favorevole allo studio del kung fu, riuscì ad avvicinarsi all’arte marziale grazie agli zii materni, praticanti di Wing Tsun.

A 13 anni iniziò l’allenamento regolare sotto un allievo diretto di Yip Man, impegnandosi intensamente per diversi anni. Durante gli studi universitari cominciò a insegnare privatamente a piccoli gruppi di studenti, creando di fatto la sua prima “palestra”, inizialmente molto modesta. Questa scelta segnò l’inizio del suo percorso da istruttore.

Rapporto con Yip Man

Attraverso un fratello marziale, Leung Ting fu presentato al Gran Maestro Yip Man, che negli ultimi anni di vita gli concesse alcune lezioni private.
Viene spesso ricordato come il suo ultimo allievo (“closed-door student”).

Attività a Hong Kong

Nel 1968 aprì un corso di Wing Tsun al Baptist College di Hong Kong, il primo mai ospitato da un’istituzione accademica locale.

In breve tempo le classi si ampliarono, portandolo a fondare una propria scuola.
Negli anni successivi organizzò dimostrazioni pubbliche, eventi televisivi e attività promozionali, contribuendo alla diffusione del Wing Tsun presso un pubblico più vasto.

La “succession controversy”

A metà anni ’70 si verificò un episodio mediatico che lo indicò erroneamente come “successore ufficiale” di tutto il Wing Tsun.

Questa notizia, amplificata dai giornali, suscitò forti critiche e tensioni con altri insegnanti.
Lo stesso Leung Ting chiarì che si trattava di un malinteso, legato anche a rivalità editoriali e interessi commerciali.

Esperienze nel cinema e pubblicazioni

Per un periodo collaborò con l’industria cinematografica di Hong Kong come consulente per film di arti marziali. Più tardi preferì concentrarsi nuovamente sull’insegnamento e sulla scrittura. Nel 1978 pubblicò il libro Wing Tsun Kuen, tra i primi testi in inglese dedicati a questo stile, che ebbe ampia diffusione internazionale.

Espansione internazionale

Negli anni ’80 l’associazione da lui fondata, la International WingTsun Association (IWTA), aprì filiali in numerosi Paesi (Germania, Danimarca, Regno Unito, Italia, Spagna, USA, ecc.). La rete internazionale contribuì a far conoscere il Wing Tsun ben oltre i confini di Hong Kong.

Seminari e corsi per istruttori

A partire dagli anni ’90 Leung Ting introdusse corsi specifici per istruttori, finalizzati a uniformare l’insegnamento e correggere errori tecnici. In più occasioni sottolineò la necessità di rivedere le forme di base (come la Siu-Nim-Tau) a livelli di profondità sempre maggiori, per evitare interpretazioni superficiali.

Controversie e critiche

Leung Ting ha avuto un ruolo rilevante nella diffusione mondiale del Wing Tsun, soprattutto grazie alle sue iniziative organizzative, editoriali e promozionali. Negli anni non mancarono polemiche con alcuni ex allievi o istruttori che rivendicavano livelli avanzati o addirittura il titolo di “successori”. Leung Ting prese spesso le distanze da queste iniziative, sottolineando che tali pretese non avevano fondamento reale.

Kernspecht e la diffusione in Europa

Gli inizi

Keith R. Kernspecht, nato ad Amburgo nel 1945, iniziò a praticare arti marziali da giovane, esplorando numerosi stili prima di approdare al Wing Tsun.
Tra le discipline da lui studiate vi furono Judo, Karate, Ju-Jitsu, Ringen e Boxe.

Il suo approccio sistematico lo portò ad accumulare competenze ampie e a sviluppare un forte interesse per la didattica e l’organizzazione delle arti marziali.

L’incontro con il Wing Tsun

Negli anni ’70 Kernspecht incontrò Leung Ting, che lo accettò come allievo diretto.
Questo evento segnò un punto di svolta: Kernspecht comprese immediatamente la portata del sistema Wing Tsun e decise di diffonderlo in Europa.

Fondazione della EWTO

Nel 1976 fondò la European WingTsun Organization (EWTO), con sede in Germania.

Oggi il WingTsun è praticato da centinaia di migliaia di allievi in tutto il mondo.

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